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Zadkine, Ossip.

Scultore russo. Si stabilì definitivamente a Parigi nel 1909, prendendo contatto con l'ambiente stimolante dell'avanguardia e con i numerosi artisti che, all'inizio del secolo, emigrarono dall'Est europeo. Accolse la lezione dei cubisti, cui il suo stile restò legato anche nelle successive evoluzioni espressioniste e barocche. Le opere dal 1910 al 1920 documentano mezzi più rigidamente cubisti, tesi alla ricerca di un ritmo plastico autonomo (Donne col ventaglio, 1914). Dal 1920 in poi, l'artista tentò di emanciparsi dal Cubismo, per seguire una ricerca formale più autonoma, non esente da influssi dell'arte surrealista ed espressionista. Questo nuovo corso, definito dallo stesso Z. "barocco", diede i risultati più noti soprattutto dopo il ritorno dell'artista dagli Stati Uniti. Le opere sono caratterizzate da una vibrante aura vitale e da una sintassi estremamente libera, nelle quali lo stile esprime paradossalmente un rovesciamento del Cubismo; le forme sono penetrate da continui incavi per cui assumono una leggerezza fantastica talvolta comparabile al Surrealismo. Tra queste opere in bronzo, legno, terracotta, marmo, pietra, vi sono: il Profeta (1945), l'Orfeo (1949), la Germinazione (1951), La città distrutta (1948-53), Il poeta (1954), il Monumento a Van Gogh (1959), Maternità (1957), Dafne (1960) e Gli amici (1963). Nell'Orfeo la lira del cantore emerge dalla spaccatura del torace e diviene parte della struttura del corpo; nel monumento alla Città distrutta, forse la scultura più celebre di Z., una figura lacerata e con le braccia levate grida il suo dolore su una piazza di Rotterdam ricostruita dalle rovine della guerra. La produzione plastica di Z. rappresentò tra le due guerre il gusto dell'Ecole de Paris in scultura; l'artista fu insegnante all'accademia della Grande-Chaumière e partecipò anche alle maggiori rassegne artistiche internazionali, vincendo il gran premio internazionale di scultura alla Biennale di Venezia del 1950. Egli ci ha lasciato inoltre alcuni libri: Come sono diventato scultore (1951), Viaggio in Grecia (1955), Lettere (1963) e Poemi (1964) (Smolensk 1890 - Neuilly, Parigi 1967).